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martedì 13 giugno 2017

Se l'industria acquista i siti di rating

Qualche considerazione in merito all'ultima novità in tema di acquisizioni da parte dell'industria. Dopo i birrifici. è stata la volta del più famoso sito di rating: Ratebeer!

In questo inizio di giugno molte delle notizie del web beer oriented riguardano le strategie delle multinazionali del settore per cercare di scardinare il microcosmo craft.
Fare una cronistoria completa degli attacchi dell'industria al mondo artigianale sarebbe davvero complessa oltre che lunga.
La prima volta che parlai di questa lotta in atto fu in occasione dell'acquisizione di Ballast Point ad opera del colosso Constellation Brands; che pur non rappresentando di certo una novità nel mondo craft americano, a suo modo poneva ancora di più forti dubbi sul destino dell'indipendenza dei birrifici artigianali.
In Italia ci siamo accorti di questa guerra in atto molto tempo dopo; dapprima con il tentativo pretenzioso e assurdo di Carlsberg nei confronti del locale romano Luppolo Station, chiusosi con un nulla di fatto, come ampiamente preventivabile.
Il vero shock il mondo della birra artigianale italiana lo ha avuto con l'acquisizione da parte di AB-InBev di Birra del Borgo, una delle realtà italiane più floride nonchè uno dei birrifici che ha contribuito in maniera fondamentale alla crescita della scena italica.
Forse solo allora anche il neofita ha preso coscienza della vera minaccia dell'industria.
Se l'industria acquista i siti di rating ratebeer untappd
Credits

L'ultima azione di questo grande disegno è stata l'acquisizione  (in parte) di Ratebeer sempre ad opera del colosso AB-InBev, vero padrone del mercato della birra mondiale. Non era mai accaduto prima d'ora che il lato oscuro (passati il termine un pò cinematografico) si spingesse persino nei territori più inesplorati anche dagli appassionati stessi, le terre dei raters!
Se seguite il mio blog avete sicuramente già sentito parlare di Ratebeer, il più grande e famoso sito di beer  rating che ha visto aumentare notevolmente la sua popolarità grazie alle annuali classifiche che vengono stilate a fine anno. Migliori birre, migliori birrifici, i migliori esempi declinati stile per stile, e persino i migliori utenti, i raters più prolifici. Insomma un meccanismo mica male, che negli anni ha ingolosito la comunità di raters sopratutto perchè spesso i birrifici premiavano gli individui più prolifici a suon di birre celebrative.
Un mondo dai contorni folli ma decisamente interessante.


Se l'industria acquista i siti di rating ratebeer untappd
Ho lurkato su Ratebeer per diverso tempo, fino a che non ho deciso di iscrivermi ripromettendomi di voler partecipare più attivamente sia ai rating sia alle discussioni sul forum. La mie intenzioni sono clamorosamente venute meno per la poca immediatezza dell'interfaccia su smartphones. E' impensabile infatti, almeno per me, passare tempo al pc per trascrivere gli appunti dal cartaceo al sito. Per questi ed altri motivi ho sempre utilizzato il sito come un enorme database, dove reperire tutte le info di cui ho bisogno e che mi creano curiosità.  Per questo motivo l'avevo inserito fra le app must have per ogni appassionato che si rispetti. Per ratare più o meno selvaggiamente ho preferito da sempre utilizzare Untappd, più immediato come interfaccia e più diretto a mio avviso.

Veniamo al motivo dell'articolo. Cosa accade se l'industria ha messo gli occhi (e ora anche le mani) sul più grande sito di rating?
E' stupido pensare che da ora a qualche anno troveremo nelle top ten delle birre, prodotti industriali. Non credo sia quello l'intento della multinazionale. Stiamo parlando comunque di uno strumento in voga fra gli appassionati, ma che il 99% dei bevitori non conosce.
Mettere le mani invece su database, trend di rating o di inserimento di nuove birre può però essere una discreta cartina tornasole per cavalcare meglio le mode e proporre birre crafty in linea con le ultime novità.

E i birrifici artigianali come hanno preso questa acquisizione?
Se l'industria acquista i siti di rating ratebeer untappd
 Il primo ad esporsi pubblicamente in merito a questa acquisizione è stato Cantillon, lo storico produttore belga apprezzato in tutto il mondo,  da anni occupa i vertici del sito di rating in questione.
La bontà e l'eccellenza delle sue produzioni non la deve di certo la sua fama al sito in questione, eppure Jean Van Roy ha pubblicamente invitato i propri clienti di evitare di utilizzare il sito in questione per ratare le sue produzioni.
Van Roy è da sempre stato in prima linea contro le strategie delle multinazionali del settore e anche questa volta ha voluto tracciare una linea esprimendo pubblicamente il suo parere.

Ci è andato molto più pesante invece Sam Calagione di Dogfish Head, uno dei più grossi e storici birrifici americani. In Italia forse avrete sentito parlare di lui attraverso il programma su Discovery Channell, Il Boss della Birra! Calagione ha sostanzialmente chiesto la rimozione totale della pagina del suo birrificio da Ratebeer. Richiesta lecita? Ovviamente no!
Le birre presenti sul sito infatti, sono state inserite dagli utenti. Stesso discorso per i punteggi di rating, che sono il risultato dell'attività della comunità iscritta al sito.
Ritengo, come molti fra l'altro, che questa sia stata più che altro una trovata di marketing, oltre che un'ulteriore buona occasione per ribadire le proprie idee e rinforzare (per quanto possibile) la mission della sua azienda.
In Italia invece? Un passo è stato fatto dai giovanissimi Ca' del Brado che hanno sostanzialmente seguito il sentiero tracciato da Calagione..ma al suo pari non credo possano vedersi esaudita la richiesta. C'è da dire che sono stati gli unici nel panorama italiano a comunicare al pubblico, la propria idea sull'argomento.

Ma gli utenti o i semplici appassionati?
C'è chi difende la sua attività di rater (come Joris Pattyn che conta quasi 10.000 birre ratate), ci sono altri che vorrebbero boicottare il sito emigrando su altre piattaforme.
Onestamente questo è un ordine di problema che nemmeno mi pongo, avendo all'attivo la bellezza di una recensione su Ratebeer.
Se l'industria acquista i siti di rating ratebeer untappd
Io la vedo in maniera molto semplice; il mio utilizzo di queste app è limitato ad una sorta di diario/taccuino virtuale sul quale annotare il mio gradimento o meno di una birra, senza doverlo per forza declinare in fiumi di parole. Probabilmente ho un approccio troppo semplicistico e forse sprovveduto della cosa, ma onestamente non mi sentirei di demonizzare un'app perchè in mano ad una multinazionale; posto ovviamente che le caratteristiche devono rimanere le medesime.
Untappd riceve spesso finanziamenti da birrifici industriali (ultimo in ordine cronologico è stato Goose Island) che propongono persino sistemi di badge per incentivare il consumo di una determinata birra. Ma la stessa possibilità è offerta anche ai birrifici artigianali. L'indipendenza pertanto non è affatto minata. Anzi, a mio avviso, Untappd ne uscirà ancora più forte da questa acquisizione del rivale che sostanzialmente lo sta soppiantando!

Nella fattispecie di Ratebeer invece la situazione mi appare un pò diversa perchè viene minata in un certo senso l'indipendenza e pensare che le mie preferenze di gusto vengano utilizzate per le strategie volte alla distruzione dei microbirrifici, potrebbe portarmi a non utilizzarla più.
Capisco invece gli utenti che magari con queste attività di rating sono diventati famosi nell'ambito della scena brassicola e comprendo possano sentirsi minacciati o smarriti.
Gli strumenti del marketing sono questi da anni, le preferenze dei consumatori sono monitorate da potenti mezzi; forse molti ne hanno toccato con mano la potenza solo in relazione alla vicenda dei cookies nella navigazione online. Ma il marketing va ben oltre! E la birra artigianale e non gioca anche su questo tavolo.

Voi come la pensate? E sopratutto..siete attivi su Ratebeer oppure preferite Untappd?




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