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venerdì 17 febbraio 2017

Montegioco - Draco

Ho stappato la Draco di Montegioco, un solido barley wine che prevede l'impiego di purea di mirtilli biologici. 

In Val Grue, nella Comunità montana Terre di Giarolo, che dal 2009 raggruppa le precedenti Comunità montana Valle Borbera e Valle Spinti e Comunità montana Valli Curone Grue e Ossona, dal 2006 sorge un birrificio che con il passare degli anni è diventata una delle realtà più solide ed apprezzate dell'Italia brassicola. Sto parlando del Birrificio Montegioco, che prende appunto il nome dal paesino di circa 400 anime dislocato nella Comunità montana succitata.
Al timone del birrificio vi è Riccardo Franzosi, che come molti suoi colleghi, ha iniziato prima a smanettare fra i pentoloni in casa e poi ha trasformato l'amore per la buona birra nel suo lavoro.
E' considerato uno dei birrai più talentuosi che il nostro paese può vantare e ha conquistato il prestigioso premio di Birraio dell'Anno nel 2012.
Montegioco Draco blog birra artigianale recensione

Da sempre appassionato innovatore, ha fortemente legato le proprie birre al territorio circostante, valorizzando prodotti locali e innovando il modo di fare birra. Sfogliando il nutrito catalogo delle birre Montegioco scorgiamo che c'è un'attenzione particolare per le birre con aggiunta di frutta, sopratutto locale. Mi vengono ad esempio in mente la Quarta Runa (qui ho scritto qualcosa in merito) con aggiunta di pesche di Volpedo, oppure la Garbagnina con aggiunta di ciliegie di Garbagna, o ancora Tibir e Open Mind che prevedono aggiunta di uva a fine bollitura.


La parola d'ordine è pazienza. Di sua "invenzione" è infatti il famoso "metodo cadrega", che altro non è che il suo metodo di fare birra: sedersi ed aspettare che maturi, senza alcuna fretta, lasciando alla natura il suo corso naturale.
Questa è la chiave di tutto, questa è una delle cose che distingue un microbirrificio artigianale da uno industriale! Del resto uno dei fiori all'occhiello del birrificio è La Mummia, nata quasi per caso ma che Riccardo ha avuto la pazienza di aspettare; dalla crisalide è nata una delle farfalle più belle del
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panorama brassicolo italiano.

La Draco prende vita da un'altra birra, la Demon Hunter, possente scottish strong ale di 8 gradi. A questa base viene aggiunta purea di mirtilli biologici nella misura del 3% al momento della seconda fermentazione.

Una splendida veste color rubino intenso con riflessi borgogna viene sormontata da una sottile ed evanescente schiuma che quasi immediatamente di dilegua restando in disparte sulle pareti del balloon. Al naso è possente, mostra netto l'apporto del frutto aggiunto, con nette note di mirtilli ed altri frutti del bosco. La birra va bevuta quasi a temperatura di cantina per godere appieno dell'intenso e complesso spettro olfattivo che all'aumentare della temperatura si arricchisce di note di amarene sotto spirito, prugna secca, tabacco e lievissimo caramello. L'ingresso in bocca è avvolgente e rassicurante, e porta in dote quanto avvertito al naso, integrandolo con sentori che si spingono in territori di vini passiti e vini fortificati, nonostante la giovane età (2016) della bottiglia.
Birra straordinaria, che invecchiando evolve in maniera eccellente, ma che anche da fanciulla riesce a farsi amare sin dal primo assaggio. Da sorseggiare senza fretta alcuna, in completo relax, a fine pasto, davanti ad un camino leggendo un buon libro.

GIUDIZIO PERSONALE


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