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martedì 20 dicembre 2016

Degustazioni random #4: Hoppin Frog- B.A. Frosted Frog Christmas Ale, The Lost Abbey - Track #10, The Bruery - Poterie, To Øl - Liquid Confidence

Un'altra grande serata di tasting e sharing, con grandi birre e solite conferme!

Per salutarci prima delle vacanze di Natale, io con gli altri ragazzi compagni di bevute, abbiamo deciso di organizzare l'ultima serata di degustazione in quel di Amarillo 34.

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La formula è sempre quella collaudatissima; ognuno dei partecipanti porta qualche bottiglia di livello e si condivide con il resto del gruppo.
Prima di partire nel vivo della serata, abbiamo deciso di mettere qualcosa nello stomaco. Per l'occasione, direttamente dalla Campania sono arrivate una enorme treccia con gli stessi ingredienti del famoso tortano napoletano, e l'immancabile pizza ripiena di friarielli e salsiccia!
Questa delizie culinarie sono state sapientemente innaffiate da litri di pils di Elch-Bräu, monumentale pils direttamente dalla Franconia. Intensamente erbacea, con un lungo finale amaro a pulire il palato invogliando ad un altro boccone e un altro sorso. Questa birra servita alla spina è ciò che desidero trovarmi nel bicchier...ooops nel boccale da mezzo litro...ogni volta che ordino una pils di stampo teutonico!



Iniziamo a salire di gradazione e a cambiare completamente stile. Decidiamo quindi di partire dalla
birra natalizia del birrificio americano Hoppin' Frog, la Frosted Frog Christmas Ale in versione barrel aged. Prodotta con zenzero, cannella e noce moscata e poi passata in botti di whisky del Kentucky! E' color ambra con riflessi rubino, sormontata da una schiuma nocciola di media persistenza.
Quando avvicino il bicchiere al naso si materializza tutto l'immaginario del Natale! Un trionfo di spezie e dolcezza! Sembra di annusare i famosi biscotti pan di zenzero! Ma non c'è solo la freschezza di questa pianta, c'è la dolcezza del caramello, la cannella e anche un tocco di vaniglia e legno! Intensità olfattiva davvero elevata; forse fin troppo a dire la verità. In bocca ricalca in maniera precisa quanto avvertito al naso, adagiando su una solida base di malto e caramello, spunti speziati e lievemente piccanti; qualche tocco balsamico fa capolino fra le note di zucchero candito e legno. Birra davvero particolare, complessa nella bevuta e perfetta per berla in compagnia di più persone anche per evitare una stucchevolezza che a mio avviso, alla lunga potrebbe arrivare considerato anche il generoso (fin troppo) formato americano da 66cl.
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Cambiamo nazione, andiamo a stappare la Liquid Confidence di To Øl, la beerfirm danese che seguendo le orme di Mikkeller (in realtà sono in società assieme), produce gran parte delle proprie birre presso gli impianti di De Proef, in Belgio. Per scelta personale tendo a non bere quasi mai le millemila birre prodotte da entrambe le beerfirm danesi in quanto hanno elevati costi, sono abbastanza uguali fra loro ma sopratutto non hanno da raccontare nessuna storia. Quando le birre invece sono offerte, la situazione cambia e allora cancellando i pregiudizi mi fiondo in questa imperial stout prodotta con peperoncini Chipotle, Ancho e Guajillo!
Nerissima nel bicchiere, forma di una discreta schiuma color cappuccino, cremosa e di buona persistenza. Al naso emerge forte la nota del caffè e quasi da subito quella etilica. Non brilla per eleganza nonostante mantenga un'ottima pulizia olfattiva, con note di cacao amaro e lievi accenni affumicati a corredo di quanto avvertito in precedenza. In bocca è oleosa, con poche bollicine. Si apre con l'orzo tostato, il caffè e il caramello bruciacchiato. Poi arriva la nota piccante, che si manifesta con note affumicate e una sensazione di pizzicore ai lati della lingua. Ancora caffè e liquirizia per un finale amaro e moderatamente secco. Una buonissima birra, di certo molto lontana, per mio gusto, da altri esempi della tipologia, tipo la Mexican Cake di Westbrook!

Continua la scalata alcolica e questa volta si va a stappare la Track #10 del birrificio The Lost Abbey, esoterico ramo di ispirazione prettamente belga del birrificio Port Brewing con al timone Tomme Arthur. Sono così rare le occasioni di bere queste creazioni, vuoi per la scarsa reperibilità, vuoi per i costi elevati; che quando c'è qualche esemplare da stappare è sempre una grande emozione.
diario birroso blog birra artigianaleLa birra in questione è la Track #10 e proviene dal ricercatissimo The Lost Abbey Ultimate Box Set, rilasciato, se non vado errato, a partire dal 2012 e contenente 13 birre in edizione speciali abbinate a 13 tracce rock. Se volete saperne di più su questo interessante e costosissimo progetto vi rimando alla pagina ufficiale. Acquistare il box completo oltre ad essere un grande investimento economico, è anche abbastanza arduo vista la limitata disponibilità. Da qualche anno tuttavia, qualche birra del box si riesce a trovare. E' il caso della Track #10, che vede come abbinamento musicale Bat Out of Hell di Meat Loaf e che è entrata a far parte del segmento NON-DENOMINATIONAL, assieme alla Track #8! Come base viene utilizzata la Serpent's Stout, ma alcune volte anche la Older Viscosity. La birra viene passata in quattro botti diverse ex bourbon che poi vengono blendate. Al risultato del blend viene aggiunto caffè proveniente dalla Ryan Brothers e cacao TCHO, per un volume alcolico che raggiunge i 13,5°. Nerissima nel bicchiere, forma una discreta schiuma color nocciola di buona persistenza. Al naso emerge immediatamente il caffè, sopratutto in chicchi e una evidentissima nota etilica, con qualche sbuffo di vaniglia e legno. In bocca ha poche bollicine e un corpo medio. Tanto caffè, poi arriva il cacao amaro e una suggestione di cenere. Chiude molto secca con un tocco di acidità data dal caffè. Birra deliziosa, elegante, avvolgente, complessa. Un maggiore corpo e un contrappunto dolce su cui adagiare la grande secchezza data dal caffè, a mio gusto l'avrebbero resa perfetta. Ma stiamo chiaramente parlando di inezie. Un grande grazie a chi ha voluto condividerla con me!

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La serata si conclude con una  bottiglia proveniente dalla mia cantina; si tratta della Poterie del birrificio The Bruery! Collocata al terzo posto fra le migliori old ale del mondo nell'immancabile RateBeer, è stata realizzata quest'anno, per l'ottavo anniversario del birrificio. In realtà ogni anno il birrificio propone una old ale invecchiata in botti di diversa provenienza che poi viene blendata, tramite il metodo Solera, con parti delle versioni degli anni precendenti. Nella Poterie il risultato dell'applicazione di questo metodo viene fatto invecchiare in botti ex bourbon. Dovrebbe esistere anche una versione passata in botti ex scotch whisky.
Di colore mogano intenso con riflessi bruni e una sottile schiuma che col tempo si dissipa e rimane soltanto sulle pareti del bicchiere. Naso di grandissima intensità ed eleganza. Caramello, mou, datteri e un tocco di legno, vaniglia e cacao. In bocca è morbida ed avvolgente, con una bassa carbonatazione. L'avvio è dolce, di toffee, prugna secca e fichi caramellati magistralmente bilanciati da un tocco di cacao amaro, legno umido e vaniglia. Birra straordinaria. Vera perla!

Un'altra grande serata di degustazione insomma! Sempre bello condividere bottiglie e chiacchierare con altri appassionati. Questo è il vero spirito della birra artigianale!
Cheers!

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