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martedì 15 marzo 2016

Chimay Bleue (per la rubrica StagioniAMO)

Dopo aver gustato l'antipasto di Marzia, il primo piatto di questo marzo dedicato al finocchio è gentilmente offerto da Velia del blog ilmiciosazio.
La sua proposta è molto gustosa e strizza l'occhio, come spesso accade per i piatti di StagioniAMO, a quei piatti salutari che piano piano stanno iniziando ad avere la giusta importanza nelle nostre diete e sulle nostre tavole.
Velia ci racconta che è una grande appassionata di vini, occorre quindi una grande birra per darle il benvenuto nel magico mondo fermentato.
Scoprite qui la ricetta dei suoi spaghetti integrali con crema di ricotta, finocchi e porri; io preparo la birra e il resto!

BIRRIFICIO: Chimay
BIRRA: Capsule Bleu - Grande Reserve
STILE: Belgian Strong Ale
GRADO ALCOLICO: 9% alc.
TEMPERATURA DI SERVIZIO: 10°-12°
RANGE PREZZO: 1.50 €- 2.50 €




Cenni Storici
Le birre Chimay sono certamente le più conosciute anche da chi è molto lontano dal mondo artigianale. Quando dici "birra trappista" chiunque associa tale affermazione a queste splendide sorelle belghe. Nel 1862 a Chimay (Vallonia), all'interno dell'Abbazia di Notre-Dame di Scourmont, i monaci appartenenti all'ordine dei Cistercensi, iniziarono a produrre birra e formaggio per il proprio sostentamento. Una decina di anni dopo iniziarono a  vendere le proprie birre per reperire risorse finanziarie utili al monastero. Fu la prima vendita di birre trappiste! Le Guerre Mondiali limitarono pesantemente il lavoro e la vita della comunità monastica che si riprese a pieno ritmo grazie all'intervento di un professore, Jean De Clerck. Ma è a Padre Théodore che si deve la coltivazione di un ceppo di lievito che ancora oggi viene usato per produrre le birre Chimay. Le birre prodotte sono quattro, di cui tre contrassegnate da tappi colorati (rosso,blu e bianco).

La birra
La Capsule Blue, Tappo Blu,  conosciuta anche come Grande Reserve ma universalmente chiamata
da tutti Chimay Blu, è la birra più forte del birrificio trappista. Si tratta di una possente belgian strong ale sulla cui etichetta viene impressa la data di imbottigliamento. Generalmente è una birra che si adatta molto bene all'invecchiamento, e pare raggiunga la sua forma migliore a 24 mesi dall'imbottigliamento. Sconfesso parzialmente tale teoria, in quanto mi è capitato di bere diverse bottiglie maturate anche 3/4 anni e devo dire che mi sono sembrate ancora in ottima forma. Chiaramente ripeto sempre che bere una Chimay Blu vintage se non avete mai provato una giovane ha poco senso, almeno per il mio punto di vista. Colore tonaca di frate con qualche riflesso borgogna, la schiuma è fine, compatta, cremosa e molto persistente. Al naso porta subito in dote la sua complessità fatta di frutta matura, malto, biscotto, zucchero bruno e un tocco etilico dato dall'imponente grado alcolico. In bocca ripercorre le stesse vie ammirate al naso. Il corpo è pieno, la carbonazione è vivace. La bevuta si arricchisce di sentori di datteri, uvetta e noci e si conclude con un lungo abbraccio di frutta spiritata. 

L'abbinamento
Un primo piatto molto saporito quello proposto da Velia. Dal canto loro le birre Chimay sono perfette compagne in abbinamento sia naturalmente dai formaggi prodotti dagli stessi monaci, sia con formaggi di altro genere. Le note dolci della birra si sposano bene con la crema di ricotta e con il finocchio. Il sapore degli spaghetti al farro trova corrispondenza nelle note di frutta secca e malto presenti nella Chimay Blu. Il finale ripulisce bene il palato e invita ad un nuovo boccone.

Cheers!

(immagini tratte dal web)




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