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martedì 12 gennaio 2016

Schneider Weisse - Tap X Mathilda Soleil

Secolare è la tradizione della Weissbierbrauerei Schneider & Sohn che divenuto famoso in tutto il mondo per le sue birre di frumento.
Il fascino delle luppolature di stampo americano e quelle delle barricature tuttavia ha scalfito anche l'animo tradizionalista di questa brauerei sita a Kelheim che da qualche anno a questa parte ha affiancato alle molteplici tipologie di weizen, anche la Tap X, che chiaramente non si discosta dalla tipologia di birra cardine del birrificio, ma sperimenta nuove ricette mescolando questo stile storico con qualcosa di più modaiolo.
Le ricette di queste birre millesimate cambiano di volta in volta.
Si è capito che oggi il Tasting Moment vi porta in Germania!

Mathilda Schneider, all'epoca a capo del birrificio familiare, nel 1907 presentò al mondo la prima weizenbock bavarese. Oltre cento anni dopo il birraio Hans-Peter Drexler decide di omaggiarla dedicandole il millesimo 2015 della Tap X.
Non solo il nome in suo onore, non solo lo stile proposto (quello appunto delle weizenbock) ma anche un apposito luppolo coltivato per l'occasione ed utilizzato solo per produrre questa ricetta.


Insolito formato da 37,5 cl per un birrificio che generalmente propone bottiglie da classico mezzo litro tedesco, eccezion fatta per la Eisbock che è da 33 cl. Al collo della bottiglia è appeso un bigliettino un cui è riportata la descrizione della birra. Insomma direi che il packaging è più che curato.

Una volta stappata ed iniziata a versare nel Weizenglas  d'ordinanza, la schiuma che si forma è davvero molta, troppa oserei dire. Occorre pazientare un bel pò prima che si riesca a finire di versare il contenuto della bottiglia. Il colore è caramello con riflessi dorati, la schiuma come detto è abbondante, fine e compatta e di grande persistenza. Il naso offre subito richiami allo stile interpretato, quindi il carattere frumentoso con pennellate di biscotto svettano su tutto il resto. In seconda battura una nota di pepe nero e un accenno di chiodi di garofano. Solo sul finale si scorge una flebile presenza erbacea. In bocca sostanzialmente lo schema è lo stesso, con la parte biscottata a fare da apripista per una bevuta che regala note di frutta matura, pera cotta e una spolverata di pepe. Il finale è secco e rinfrescante e fa salire in cattedra il lato più luppolato di questa particolare creazione, che comunque mantiene un grado di amaro davvero molto basso.

Birra ben fatta, gradevole e rinfrescante, come da copione Schneider.
Io non so se nelle intenzioni del birraio vi erano quelle di realizzare una birra che avesse una connotazione luppolata molto marcata, fatto sta che questa birra si discosta certamente dalle classiche weizenbock regalando lievi impreviste pennellate amare sul finale pur mantenendo ben saldo il canovaccio imposto dalle stile.
E voi l'avete provata?
Cheers!

GIUDIZIO PERSONALE

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