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giovedì 7 gennaio 2016

Cosa ho bevuto durante le feste. Atto Secondo.

Eccoci al giorno dopo l'Epifania che ha sancito la fine delle periodo natalizio.
Ormai siamo in ottica lavoro-lavoro-lavoro.
Fortunatamente questo weekend imminente viene a ritemprarci un pò.
Torniamo ai miei bagordi natalizi e riprendiamo il discorso di cose ho bevuto in questi giorni, soffermandoci stavolta sulle birre che avevo scelto di bere con accurata selezione.


Dalla Brouwerij 3 Fonteinen provengono diversi capolavori. Certamente la loro fama come assemblatori di lambic li precede. Non tutti però sanno che la linea produttiva di birre acide è affiancata da una serie di altre birre fra cui una blond, una lager e una porter. Se le prime due sono birre che non hanno avuto contaminazioni con lieviti selvaggi, la porter, Zwet.be, è un interessante esperimento che associa lo stile inglese in questione al contributo dei brettanomyces. Una birra che avevo in cantina da diverso tempo e della quale avevo letto ottime cose. Nera impenetrabile, la schiuma è color nocciola ma ha una scarsa persistenza. Al naso è subito avvertibile la componente acida della produzione alternandoli ai sentori torrefatti. La bevuta è molto particolare, il finale regala un'acidità ripulente aggraziata e per nulla estrema. 
La Moneuse Speciale Noel della straordinaria Brasserie de Blaugies, che vi presentai già in due occasioni. La bottiglia non deve aver passato delle buone giornate prima di finire nelle mie mani, allo stappo si presenta con una bella fontana che mi ha fatto allagare il tavolo vestito a festa per il giorno di Natale sotto gli occhi attoniti dei miei parenti. Il colore è di un bruno intenso e la schiuma è decisamente pronunciata, di color cappuccino e molto persistente. Al naso è una girandola di aromi che vanno dal dolce della frutta, prugna su tutto, al pepato. Non mi pare siano state aggiunte spezie, o almeno non sono state dichiarate, come spesso accade in questo tipo di birre. La bevuta è scorrevole riproponendo quanto avvertito al naso in prima battuta. 
Di Nøgne Ø stappo sempre birre particolari, come accadde in questa occasione con la Sweet Horizon, La God Jul che ho stappato in queste feste è stata rilasciata nell'anno appena concluso ed è una versione diversa rispetto alla stagionale God Jul prodotta ogni Natale. La mia è stata prodotta nel giugno 2012 dopodichè ha subito dei passaggi in botti ex whisky. I gradi alcolici sono 9,5, il colore è mogano scurissimo con riflessi neri, la schiuma è sottile, beige e scompare molto velocemente. Naso molto complesso che unisce l'anima del caffè, del cioccolato e della cenere a quella elegante del legno bagnato e della vaniglia. In bocca è morbida, con poche bollicine e ripresenta gli elementi dell'esame olfattivo. Molto buona.

Non starò qui a raccontarvi la storia della Thomas Hardy's Ale nè tantomeno a spiegarvi perchè lei è
importante per la storia mondiale della birra. Mi limiterò a dirvi che ci troviamo al cospetto di un vero e proprio mito liquido, ogni appassionato che si rispetti deve almeno una volta farne conoscenza ravvicinata. A lungo inseguita, finalmente ho avuto possibilità di acquistarne un esemplare datato 2008. Il costo è importante ma una volta che te la trovi davanti dopo tanto peregrinare diventa difficile far prevalere la ragione economica sul cuore e la passione. Birra d'altri tempi, nell'eleganza olfattiva si scorgono datteri, ciliegia matura, la liquirizia, la frutta secca. Quasi piatta in bocca, oleosa, dolce in avvio, con velocissimo passaggio di biscotto, poi un ventaglio di sapori che vanno dalla ciliegia sciroppata al tabacco. Birra straordinaria. Ogni altra parola non basterebbe a descrivervi cosa si prova bevendola.
Ormai un classico come la Stille Nacht del precedente anno, anche la Kerst Reserva 2012 dell'italianissimo Extraomnes è divenuta un must sulla mia tavola natalizia. Con ancora un anno sulle spalle, è una birra ancor più complessa rispetta a quella dello scorso anno. Presenta caratteri vinosi lievemente più evidenti donando una bevuta di quelle che ricorderai a lungo. La bevuta del 24 dicembre è invece la Stille Nacht del 2010, un tripudio di canditi che non possono non sposarsi a dovere con un classico panettone. Il tempo fa solo bene a questa birra, e la prova, semmai ce ne fosse bisogno, è arrivata ancora una volta.
Chiudo la rassegna natalizia con una collaborazione fra il Birrificio del Carrobiolo e i russi di Wind from Mars. Si tratta di una imperial stout con caffè proveniente dalla torrefazione artigianale autogestita Malatesta, con cui è stata sperimentata la contaminazione con lieviti selvaggi. Una birra non più prodotta e non più replicata, forse antenata della seguente Coffee Brett ora in produzione fissa presso il birrificio monzese. Nero pece e schiuma nocciola, cremosa, abbondante e persistente. Naso ricco chiaramente di caffè in chicchi, orzo tostato e una lieve nota che rimanda al mondo delle fermentazioni spontanee. In bocca ha una carbonazione soft e un ventaglio gustativo che spazia dai toni torrefatti tipici dello stile interpretato alle vette acide e lievemente acetiche derivante dal lavoro del lievito selvaggio. Birra molto particolare, non semplicissima nè da trovare nè da bere.

Beh la carrellata natalizia è terminata, ora non mi resta che iniziare a smaltire alcol e cibo.
E voi cosa avete bevuto durante le feste?
Cheers!



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