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giovedì 3 dicembre 2015

Barley - BB Evò

Il Tasting Moment di oggi ci porta in Sardegna, terra di grandi vini e da una decina di anni terra anche di grandi birre, fra le eccellenze italiane che possiamo vantare nel mondo.
Faccio subito una breve premessa riguardo lo stile di questa meraviglia che sono andato a stappare.
Il sito ufficiale la inquadra come barley wine, atipico che utilizza sapa (mosto cotto) di uve Nasco, un vitigno autoctono fra l'altro molto pregiato.
Con le uve Nasco si producono dei vini unici in quanto tale vitigno è coltivato solo in Sardegna, nella zona fra Cagliari e Oristano. Il nome del vitigno deriva dal termine dialettale sardo nascu, che significa muschio, uno degli aromi che questo prodotto regala. Se volete approfondire l'argomento potete consultare questa pagina.

Dicevamo dello stile, barley wine, in realtà la BB Evò è una delle birre italiane che può fregiarsi della prima italianissima categoria riconosciuto dal BJCP: le italian grape ale. Riporto qualche riga di come vengono dettagliate ed inquadrate:
Una Ale italiana caratterizzata da diverse varietà di uva, talvolta leggera, talvolta complessa.[...] Prodotte da molti birrifici italiani negli ultimi anni, rappresentano l’incontro tra la birra e il vino grazie all’ampia disponibilità di differenti varietà di uva in tutto il paese. Possono rappresentare l’espressione di appartenenza al territorio, biodiversità e creatività del birraio. Normalmente considerate come birre speciali nella gamma del birrificio.
Non si tratta di uno stile vero e proprio, è doveroso precisarlo, ma è inserito nelle specialità regionali della guida ed è il primo caso di un riconoscimento internazionale per un tipo di birra spiccatamente italiana. Limitare alla storica vocazione vinicola del nostro Paese appare riduttivo, bisogna quindi prendere atto del grande lavoro fatto negli anni dai nostri birrai che in giro per il mondo hanno fatto conoscere le proprie specialità.

Certamente uno dei pionieri dell'incontro birra-vino è Nicola Perra, deus ex machina del birrificio Barley di Maracalagionis in provincia di Cagliari. Estroso birraio e profondo conoscitore dei due mondi, quello del vino e sopratutto quello della birra, ha dato vita al suo progetto nel 2006 assieme al socio Isidoro Mascia.
Tre sono le birre prodotte durante tutto l'anno, la blanche Friska, la biere de garde Sella del Diavolo e e la strong golden ale Toccadibò. A queste si affiancano alcune birre stagionali e la serie di sperimentazioni con sapa di vari vitigni, Nasco, Cannonau, Malvasia e l'ultima nata con Vermentino.

La sapa utilizzata per questa BB Evò proviene da un vitigno sito proprio a Maracalagionis, che
fornisce fra l'altro la propria uva alla prestigiosa azienda Argiolas.
La bottiglia da me stappata è stata prodotta nel 2012, e dopo diversi anni di cantina ho deciso di darle gloria ritenendo che potesse essere al massimo della propria forma. La scadenza legale riportata in etichetta segnava novembre 2017 ma certamente avrebbe potuto invecchiare altri anni ancora.
Il balloon d'ordinanza si colora di un rosso rubino molto scuro con riflessi ambrati con una sottile schiuma biancastra poco persistente. Il naso regala note di ciliegia marasca, dolci di malto e toffee, con una componente vinosa molto tenue e ben amalgamata con il resto del comparto olfattivo. In bocca si presenta seguendo le linee dettate dagli aromi. Quindi una base dolce di biscotto, poi una carrellata di frutti rossi sotto spirito, la ciliegia soprattutto ma anche uva spina e un accenno di mora e ancora prugna disidratata, Il carattere luppolato è rilevabile solo in alcune avvisaglie terrose che emergono nella bevuta. Un finale asciutto, con un elegante ricordo di mandorla amara a bilanciare la dolcezza della birra. I 10° alcolici sono nascosti benissimo e la bevuta risulta rilassante e perfetta per accompagnare un fine pasto a base di frutta secca (io me la sono goduta con delle noci) o pasticceria di mandorle.
Una gemma nel panorama italiano.
Il costo impone certamente un'attenta ponderazione, anche perché si tratta di una birra non facile per un palato poco allenato a queste vette di complessità, ma certamente è una birra da prendere al volo quando se ne ha l'occasione.
Cheers!

GIUDIZIO PERSONALE

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